Il quotidiano statunitense “Politico” ha pubblicato oggi una lettera di un giornalista afghano. Eccone alcuni brani:
“Tanti giornalisti mi stanno chiamando. Ho paura per le loro vite. È la notte peggiore della mia vita per me e migliaia di altri. Pensavamo che gli americani non ci avrebbero abbandonato… Non avremmo mai potuto immaginare e credere che sarebbe successo. Non avremmo mai immaginato di poter essere traditi così gravemente dagli Stati Uniti. La sensazione di tradimento è immensa. C’erano molte promesse, molte garanzie. Si parla tanto di valori, si parla tanto di progresso, di diritti, di diritti delle donne, di libertà, di democrazia. Tutto si è rivelato vuoto. Se avessi saputo che questo impegno era temporaneo, non avrei rischiato la vita. Sto cercando un modo per andarmene. Probabilmente ho un grosso bersaglio sulla schiena. Se dicessi “non ho paura”, mentirei. La gente qui è scioccata dal ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan. Non avrebbero mai potuto immaginare questo. Migliaia di persone saranno uccise. Gli Stati Uniti non hanno più l’autorità morale per dire: “Crediamo nei diritti umani. Lottiamo per i diritti umani e la democrazia”. Non mi interessa se è l’amministrazione Trump o l’amministrazione Biden. Credevo negli Stati Uniti, ma si è rivelato un grosso errore“. In questa lettera c’è davvero tutto.
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Le truppe degli Stati Uniti, seguite da quelle della “coalizione occidentale”, hanno ormai abbandonato l’Afghanistan. La Casa Bianca e il Pentagono hanno sprecato un fiume di parole per tentare di attribuire una qualche dignità al ritiro annunciato dal presidente Biden. Inutilmente, perché non v’è traccia di dignità nella decisione di Biden, peraltro in assoluta continuità con le intenzioni del suo predecessore Trump. La presenza dei militari occidentali nel paese asiatico non era un esercizio di tardo colonialismo, né, per una volta, un accaparramento di risorse naturali. Era una difesa di principi non negoziabili di dignità umana. Era un tentativo di debellare l’orrore talebano. Vogliamo fare un breve ripasso? Ventotto sono i divieti espressamente previsti per le donne, dal divieto assoluto di uscire di casa se non accompagnate da un parente stretto a quello assoluto di studio. Dal divieto all’uso di cosmetici (per le donne con lo smalto sulle unghie è previsto il taglio delle dita!) a quello di ridere ad alta voce. Dalla proibizione di mostrare le caviglie (oltre al viso e al resto del corpo, ovviamente) a quella di affacciarsi al balcone. Vi sono poi norme e divieti validi per donne, uomini e bambini. Dal divieto di ascoltare musica a quello di guardare la televisione. Dalla proibizione di leggere libri non islamici (pena la morte) a quella di applaudire alle rare manifestazioni sportive, dove è lecito solo cantare “allah-o-akbar” (Dio è grande). Dal divieto di far volare gli aquiloni sino all’obbligo per le sparute minoranze non islamiche di portare cucito sui vestiti un pezzo di stoffa gialla per poter essere evitati (vi ricorda qualcosa?). Il Presidente degli Stati Uniti ha affermato che al ritiro avrebbe fatto seguito un accordo tra i talebani e le truppe regolari dell’Afghanistan. Mentiva sapendo di mentire. In solo tre giorni i talebani hanno conquistato cinque capoluoghi di provincia, instaurando da subito il terrore. Due sono le considerazioni che sorgono spontanee. La prima, inevitabile, è che il Jihad (nella sua becera versione odierna) è vincente. Le frange terroristiche dell’islamismo sunnita non hanno mai avuto premura, confidando nella storia. Osama bin Laden diceva, rivolgendosi agli occidentali: “Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo”. I fatti gli danno ragione. La lezione che sta circolando in questi giorni, con grande entusiasmo, nei forum degli estremisti jihadisti è che, sul lungo termine, il terrorismo e la violenza pagano. Vi è una ulteriore considerazione: dopo che avremo assistito – nei prossimi mesi – al riformarsi del cancro talebano in Afghanistan, non ci resterà che attendere le metastasi che – come negli scorsi anni – torneranno a diffondersi in Occidente. Come le vittorie dello Stato Islamico (peraltro nemico giurato dei talebani) entusiasmarono migliaia di esaltati estremisti, poi ridotti ai minimi termini dalla sua successiva sconfitta, così la vittoria dei talebani darà nuova linfa ed entusiasmo ai combattenti – anche in Europa – di Al Qaida. Quando, dopo aver assistito al sudario di orrore che soffocherà donne e uomini afghani, saremo raggiunti da queste metastasi sarà però troppo tardi. Altro non ci rimarrà che ricordare le pavide bugie di Biden.