La Siria attraversa il periodo più terribile della sua storia.
Rivolgendo il mio pensiero a questa martoriata terra e, naturalmente, ai suoi abitanti mi piace ricordare una breve favola siriana, carina e con una certa morale, come si diceva una volta.
Protagonista è Djuha.
Djuha è un personaggio molto popolare nel folclore arabo sin dal decimo secolo, e le sue avventure si sono diffuse ovunque vi sia stata una presenza culturale araba. E’ conosciuto come Djawha nella Nubia, Djahan a Malta e Giufà in Sicilia.
E’ una figura divertente, sagace, mutevole e coinvolta in tante avventure pittoresche. Ciò che affascina è la sua originalità di pensiero, le beffe ed una certa istintiva scaltrezza, realistica e prosaica, nei riguardi dei suoi interessi.
Eccolo in una brevissima fiaba, nella quale, rivolgendosi alla sua… manica, irride a coloro che danno più importanza all’abito ed alla ricchezza che non al cuore dell’uomo.
Storia, a mio parere, tuttora attualissima.
LA MANICA DI DJUHA
Un giorno Djuha era invitato a pranzo, e arrivò nei suoi soliti stracci, per cui fu squadrato con sospetto sulla porta della casa dell’ospite, e non gli fu permesso di entrare. Dopo aver indossato i suoi abiti più eleganti e aver sellato la sua mula, tornò alla casa dell’ospite con l’aspetto di un uomo ricco e importante. Questa volta il servo lo salutò con rispetto e lo fece sedere accanto agli ospiti d’onore. Mentre stendeva la mano per prendere un pezzo di carne arrosto, la sua manica per caso scivolò nel piatto.
“Rimboccati quella manica”, gli sussurrò l’uomo che sedeva vicino a lui.
“No”, rispose Djuha “questo non lo farò”.
E rivolgendosi alla sua manica, disse: “Mangia, mia cara manica, mangia pure e saziati! Tu hai più diritto di me a questo banchetto, poiché in questa casa hanno più rispetto per te che per me”.
Favola della Siria
