politica · società

Regolamento di conti

In previsione della necessità di esibire il cosiddetto “green pass”, alcuni furbetti, evidentemente no-vax. hanno pensato bene di inviare i propri dati personali, copia di carta di identità e codice fiscale e una discreta quantità di denaro ad alcuni sconosciuti gestori di “gruppi” del social “Telegram” che promettevano l’invio di certificati falsificati.
Come era facilmente prevedibile, dopo aver ricevuto il denaro gli anonimi gestori sono scomparsi nel nulla, tenendosi i denari incassati e – ovviamente – senza inviare nulla.
I “furbetti” hanno a questo punto capito di essere stati truffati e hanno minacciato possibili denunce verso chi li ha beffati, ma ecco che arriva la seconda brutta notizia: i truffatori sono sempre rimasti completamente anonimi, invece i “furbetti” hanno riempito le loro tasche non solo di soldi, ma di dati personali. Per cui i truffaldini gestori hanno richiesto altri soldi per non divulgare in rete i dati personali e i documenti di identità di coloro che hanno chiesto il green pass falsificato.
Curioso: questi furbetti trovano insopportabile esibire un documento per accedere ad alcuni eventi ma trovano normale inviare tutti i propri dati a sconosciuti malfattori!
Una storia davvero triste.
Da un lato truffatori incalliti, che hanno illecitamente trafugato discrete somme di denaro. Dall’altro individui alla ricerca di un certificato falso per poter aggirare la legge a scapito della salute di tutti.
Le minacce e la polemica tra questi soggetti mi ricorda un’espressione molto usata in passato dalla stampa: regolamento di conti tra criminali.

Foto de “Il Corriere della Sera”

Lascia un commento