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Lo spettacolo del dolore

10 giugno 1981: quarant’anni fa. A Vermicino, vicino a Roma, moriva Alfredino Rampi, 6 anni, caduto in un pozzo artesiano. Per salvarlo venne tentato di tutto. I soccorsi furono fin da subito complicatissimi. Si cercò di calare una tavoletta di legno che però si incastrò a 24 metri. Poi si pensò di scavare due tunnel a fianco, verticale e orizzontale, per raggiungere il punto esatto della trappola infernale. Un vigile del fuoco gli parlò con un megafono per 24 ore mentre il tempo passava inesorabile.  Sul posto era arrivato anche l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. Si fece dare il microfono e provò a incoraggiare il bambino.  La Rai seguì il caso con una diretta lunga 18 ore. Il Paese si fermò, gli occhi appiccicati allo schermo, sperando in un lieto fine mai arrivato.  Accanto alla tragedia immensa del bimbo questa fu l’altra nota negativa: la spettacolarizzazione del dolore. Nacque quel giorno la televisione che fa del dolore uno spettacolo e della morte un evento mediatico. Da quel giorno la televisione è divenuta meno umana.

foto Corriere Della Sera

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